Torna all'elenco Più facile trovare lavoro con la laurea in ingegneria

01/03/2017

Categoria: Notizie

Una ricerca del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri rileva tuttavia anche le difficoltà che stanno affrontando gli ingegneri del settore civile ed ambientale e la limitata efficacia del titolo di primo livello

I laureati nelle materie ingegneristiche continuano ad essere tra le categorie che più facilmente trovano lavoro dopo gli studi: livelli occupazionali elevati (67,6% di occupati “reali” a un anno dalla laurea), tasso di disoccupazione su valori fisiologici a pochi anni dalla laurea (3,8% a cinque anni), stipendi mediamente più alti rispetto agli altri gruppi disciplinari (1705,00 euro netti al mese) anche se pur sempre inferiori rispetto a quanto rilevato all’estero (2029,00 euro netti al mese).
Questi i risultati più interessanti che emergono dall’indagine del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri sull’inserimento occupazionale dei laureati con competenze ingegneristiche, realizzata elaborando e analizzando i dati forniti da Almalaurea.
L’analisi dei dati evidenzia, per i laureati magistrali delle classi di laurea ingegneristiche, un quadro estremamente positivo: circa i due terzi, a un anno dalla laurea, risulta infatti occupato contro il 55% dell’universo dei laureati. Non si è ancora tornati ai livelli del periodo tra il 2003 e il 2007, quando risultavano occupati tre laureati su quattro, ma è comunque il terzo anno consecutivo di crescita.
Il mercato appare in questo momento particolarmente propizio per i laureati magistrali in ingegneria della sicurezza, gestionale, meccanica, elettrica, informatica, tanto che oltre il 90% (addirittura la totalità nel caso degli ingegneri della sicurezza) ha un’occupazione a cinque anni dalla laurea.
Oltre la metà degli ingegneri occupati (54,2%) svolge la propria attività lavorativa nel settore industriale (dati a 5 anni dalla laurea), soprattutto nel comparto metalmeccanico e meccanico di precisione (21,3%). Circa un occupato su 10 lavora nel settore informatico e dell’elaborazione dati, mentre una quota analoga è occupata in uno studio professionale.
Un dato che emerge chiaramente dall’indagine è che tende a ridursi il numero di ingegneri che lavorano in un ente pubblico: a cinque anni dalla laurea appena il 6,7% contro l’8,7% della precedente indagine; ciò deriva della congiuntura economica e dalle misure governative attivate per la riduzione della spesa pubblica che hanno puntato, tra le diverse disposizioni, su un deciso taglio delle assunzioni da parte delle Pubbliche amministrazioni.
Scorrendo le graduatorie, emerge chiaramente come anche all’interno della categoria professionale degli ingegneri, a fronte delle buone performance in termini di spendibilità del titolo, velocità di accesso nel mercato del lavoro, tasso di occupazione, livelli retributivi, siano presenti tuttavia anche aree di criticità. L’indagine mette in evidenza le difficoltà che stanno affrontando gli ingegneri del settore civile ed ambientale, in particolare quelli che svolgono la libera professione. A conferma, gli ambiti in cui vengono rilevate le retribuzioni più basse a cinque anni dalla laurea sono proprio quelli che costituiscono il “naturale” sbocco occupazionale per questa tipologia di ingegneri (servizi alle imprese, edilizia e attività di consulenza e professionali). E il quadro si mantiene sostanzialmente invariato anche analizzando la situazione dei laureati da più tempo: anche a cinque anni dalla laurea, infatti, i laureati in ingegneria civile e in ingegneria per l’ambiente e il territorio denunciano il reddito inferiore tra tutti le categorie ingegneristiche, non arrivando a guadagnare, mensilmente neanche 1500,00 euro netti.

A ormai quasi 20 anni dall’introduzione della laurea di primo livello, appare ormai evidente la limitata efficacia del titolo triennale nei corsi ingegneristici. Poco conosciuta dal sistema imprenditoriale, la laurea di primo livello gode di scarsa considerazione tra i ragazzi che la vedono, nella maggioranza dei casi, come una tappa intermedia ma obbligata nel percorso verso la laurea magistrale (gli Atenei si stanno attivando in modo che i laureandi di primo livello non perdano troppo tempo nella preparazione di una tesi di laurea considerata di limitato rilievo pratico, a tal punto che in alcuni casi la tesi è stata addirittura eliminata e sostituita da una tesina). I dati parlano chiaro: l’82,3% dei laureati di primo livello dei corsi ingegneristici prosegue gli studi iscrivendosi ai corsi di laurea magistrale. La quota di laureati che hanno proseguito negli studi è più consistente nel settore "civile ed ambientale" (complessivamente l'83,8%), mentre la componente che ha optato per la conclusione degli studi dopo il ciclo di tre anni è più corposa tra quelli del settore dell'informazione (16,3%); due ambiti dell’ingegneria completamente differenti: se per i “civili” la laurea è intesa quasi esclusivamente come un ciclo di cinque anni anche per la carenza di posizioni lavorative riservate ai “triennali”, per gli “informatici” la laurea triennale apre evidentemente maggiori opportunità occupazionali.

(tratto dall’articolo di mercoledì 22 febbraio 2017 su: http://www.casaeclima.com/ar_30277__cni-piu-facile-trovare-lavoro-con-laurea-ingegneria-ricerca.html)


Allegato

Studio del CNI "L'inserimento occupazionale dei laureati con competenze ingegneristiche"